Filippo Petroselli (Viterbo 1886-1975) è stato un medico e neuropsichiatra, attivo anche come letterato dal 1910 a tutti gli anni Sessanta, testimone in prima persona dei tragici avvenimenti del XX secolo e dei cambiamenti sociali, economici e ambientali che ha osservato con preoccupazione e profonda amarezza, ben prima che divenissero questioni di portata mondiale.

Il sito è dedicato alla conoscenza di Filippo Petroselli, medico, neuropsichiatra e scrittore (un letterato ‘dimenticato’) e ai temi che l’autore ha affrontato in generi letterari diversi – narrativa, poesia, saggistica -, tra il 1910 e gli Anni Sessanta del secolo scorso.
Tali temi, a grandi linee, possono essere raggruppati in quattro categorie:
- Umanità nel contesto di pace/guerra
- Il contesto locale/regionale
- Natura, consapevolezza ambientale e avanzamento tecnologico
- Incontro interculturale/interreligioso
Gli obiettivi che questa iniziativa si propone sono:
1. Lettura
Recuperare e rendere disponibili le opere dell’autore al fine di incoraggiarne la lettura e la ri-pubblicazione;
2. Analisi
Promuovere la ricerca e l’analisi della vasta gamma di opere dell’autore da ogni punto di vista, da quello linguistico – narratologico a quello della critica letteraria così come da qualsiasi altra prospettiva degli studi attuali;
3. Ricerca
Incentivare l’approfondimento delle tematiche presenti nelle opere dell’autore tramite analisi comparativa e interdisciplinare dei singoli testi, anche in relazione con testi di altri autori del Novecento, per affinità e/o distanza.

Appunti familiari sulla nascita di questo sito
In questo sito, brani tratti dalle sue opere e riflessioni sui contenuti e sulla loro collocazione nel panorama letterario del Novecento saranno alternati a riflessioni sulle questioni di cui l’autore come uomo, medico e letterato si è occupato e preoccupato: ambiente, educazione, pace.
… ho scritto per mia intima consolazione ed ho considerato alto, grave e delicato il compito dello scrittore e di grande responsabilità morale e sociale … ho pensato sempre che il successo non è il metro migliore, anzi la maggior parte delle volte ingannevole, per valutare l’intimo e durevole valore dell’opera umana … nella repubblica delle lettere sono un solitario e ciò ha certamente nociuto alla diffusione di quel poco che ho fatto … amo gli animali e le piante … amo la mia Terra natia, dolce ed aspra ed i suoi panorami che considero fisionomie di volti cari … ho sempre creduto nel progresso umano e le tristissime, tremende vicende alle quali, nella nostra breve vita, abbiamo avuto l’avverso destino di assistere, spettatori ed attori, mi hanno sempre amareggiato … ma se in qualche modo sono stato costretto da orribili eventi a dubitare del mio simile, ho ancora ferma fiducia di un definitivo, seppur lento, progredire di noi, misteriosi pellegrini in questa povera terra nell’amore e timore di Dio di cui oggi abbiamo tutti estremo bisogno …
(Filippo Petroselli, pensieri ricavati dagli appunti presenti nelle carte di famiglia)
Nel 1977, su richiesta della moglie di Filippo Petroselli – Gina Altissimo -, la nipote Rosa Rossi Palange si è trovata tra le mani un insieme di fogli manoscritti e dattiloscritti da sistemare e una notevole quantità di negativi sbiaditi e fotografie ingiallite. Tra questi documenti, sono stati trovati questi pensieri. Si trattava di carte ritrovate nel suo studio che includevano, tra l’altro, i ricordi degli anni trascorsi come medico militare sul fronte libico-turco e su quello della Prima guerra mondiale (1913/14 e 1915/18 e ancora fino al 1919, trattenuto in servizio per fare fronte alla pandemia influenzale) della cui redazione autografa si trova notizia nell’epistolario intercorso ai tempi del loro fidanzamento a distanza, tra l’agosto del 1919 e il giugno del 1920. Filippo Petroselli volle scrivere sibi suisque (ossia per parenti e amici, come si desume dal profilo dedicato all’autore in Nicia. Rivista medica d’arte e varietà, luglio 1932). Solo a due anni dalla sua scomparsa la moglie ritenne di farli stampare in un numero limitato di copie per il loro valore testimoniale di aspirazione alla pace, al benessere e alla salute dell’uomo e della casa comune, la terra e tutti gli esseri che la abitano.

