Opera omnia, Agnesotti 1970

  1. INTRODUZIONE (DI COSA SI TRATTA E COSA È RIMASTO) 
  2. RILEVANZA STORICA E RIFLESSIONI SUL MONDO CONTEMPORANEO
  3. BIBLIOTECHE DOVE L’OPERA RISULTA DISPONIBILE:
  4. LINK CORRELATI

INTRODUZIONE (DI COSA SI TRATTA E COSA È RIMASTO) 

Nell’autunno del 1970 esce per i tipi dell’Editrice Agnesotti di Viterbo, grazie all’interessamento dell’Amministrazione provinciale e di altri Enti locali, l’Opera omnia di Filippo Petroselli che raccoglie in tre volumi tutti i testi di carattere letterario pubblicati in un arco di tempo di oltre un cinquantennio, dal 1910 al 1961. La pubblicazione segue di alcuni anni la giornata che il Comune di Viterbo volle dedicare all’Autore nel giorno del suo 77° compleanno (17 ottobre 1963) per celebrare i suoi cinquanta anni di attività letteraria. In quella occasione, i discorsi dei relatori confluirono in un volumetto anch’esso stampato dall’editrice Agnesotti (Filippo Petroselli, Discorsi nel cinquantenario della sua attività letteraria, a cura del Comune di Viterbo, Agnesotti, Viterbo 1964).

Tali ricorrenze rappresentavano una modalità consueta, perseguita dagli enti locali per omaggiarecittadini ritenuti degni di particolari riconoscimenti nei rispettivi campi di interesse e di impegno.  A seguito di queste ricorrenze potrebbe (o dovrebbe) fare seguito l’istituzione di un luogo deputato a raccogliere documenti, libri, edizioni, foto e quant’altro possa ricordare il personaggio e mettere a disposizione degli studiosi tutti i materiali disponibili per continuarne lo studio e la memoria.

Nel caso di Filippo Petroselli le celebrazioni del 1963 e la pubblicazione dell’Opera Omnia rimasero occasioni isolate.

Alla sua morte, la vedova consegnò alla Biblioteca degli Ardenti (oggi Biblioteca Consorziale di Viterbo dove i testi sono consultabili su richiesta) le carte e i documenti perché venissero preservati, con il passare degli anni, dall’inevitabile dispersione.

Per comprendere come queste due date abbiano segnato la fine dell’interesse che pure l’autore aveva suscitato nel panorama della narrativa italiana tra gli Anni Venti e gli Anni Cinquanta, in corrispondenza della pubblicazione delle opere da Case Editrici quali Campitelli, Bemporad, Àncora, Gastaldi, ecc., è indispensabile ricostruire il percorso professionale dell’autore – nel campo della medicina e della psichiatria – e il suo intrecciarsi con la passione letteraria esercitata negli spazi liberi dalla professione.

Nella passione letteraria, Petroselli ha fatto confluire lo sguardo attento e preoccupato dell’uomo sulla natura e sulle vicende non facili di alcuni decenni di cui si trova chiara traccia soprattutto nelle opere di narrativa, anche e – forse – soprattutto, sulla scorta degli anni passati come medico e chirurgo sul fronte libico e su quello della prima guerra mondiale e oltre (fino all’agosto del 1919).

Nelle parole di chi lo ha recensito si coglie la ritrosia nel parlare apertamente di quanto la narrazione sottende a livello sociale, politico, epistemologico e religioso nella società coeva, pur prendendo le mosse dal mondo piccolo della provincia. Meglio, in questo caso, per i critici, rimanere sulla ‘superficie’ evidente delle forme letterarie, senza dare troppo spazio ai contenuti, oltre la mera forma. 

Non fanno eccezione a questa tendenza, i discorsi pronunciati nel 1963 né, tantomeno, la scelta di non accompagnare l’Opera omnia di alcun apparato (saggio, note storiche e critiche, indice tematico, note lessicali, ecc.).

RILEVANZA STORICA E RIFLESSIONI SUL MONDO CONTEMPORANEO

Con l’inserimento delle recensioni dedicate all’Opera Omnia di Filippo Petroselli si conclude la prima fase di lavoro di recupero e organizzazione di quanto è stato scritto sulle singole opere dell’autore, per quanto è stato possibile recuperare sia dalle carte in possesso della famiglia sia dal Pro omnia. L’autore del Pro omnia. Quanto è stato scritto sull’opera letteraria di Filippo Petroselli, Alessandro Vismara, (Agnesotti, Viterbo 1972) ha fatto confluire – nella maggior parte dei casi – brevi stralci di recensioni, non sempre complete di indicazioni tali da risalire al testo originale o alle riviste in cui furono pubblicati. 

Il complesso delle recensioni organizzato e inserito nel sito filippopetroselli.it può rappresentare un valido punto di partenza per ulteriori ricerche e studi.

Già ad una prima lettura del materiale si può rilevare come le opere narrative di Filippo Petroselli siano state recensite su un grande numero di riviste di ogni tipo, anche a grande diffusione per l’epoca (riviste di cultura, riviste popolari, riviste femminili, quotidiani nazionali e locali, ecc.).

Il livello di analisi proposto è notevolmente diversificato in relazione al pubblico della singola rivista o del singolo quotidiano e alla loro circolazione (nazionale o locale) ma in generale, laddove la narrazione sfiora questioni complesse e foriere di interpretazioni divergenti rispetto al pensiero dominante o, anche, questioni etico-religiose, il recensore tende a sorvolare sulla complessità delle questioni stesse per rimanere ancorato all’aspetto formale, senza affondare in interpretazioni di fatti, personaggi, pensieri e azioni.

Esaminando in parallelo le opere e le relative recensioni, è facile rendersi conto che anche quando l’analisi è destinata ad una rivista specificatamente letteraria e destinata a un pubblico di letterati e di addetti ai lavori, l’analisi degli aspetti formali prevale nettamente sull’analisi dei contenuti e dei significati anche in relazione alla loro contemporaneità. 

Se questo è evidente per tutti gli anni Venti e fino agli anni Quaranta (nel periodo del regime fascista e della seconda guerra mondiale), sorprende che nulla o quasi sia modificato nel decennio successivo.

La visione del mondo che emerge prepotentemente dalla narrativa del Petroselli – umanitaria, evangelica, pacifista – rimane sottesa al discorso critico che si sofferma volentieri sulle questioni formali, sui quadretti di genere, sull’amore per la propria terra e per la natura, come se anche queste non fossero questioni sociopolitiche capaci di denunciare il male, l’indifferenza quando non la cattiveria e, financo, la malvagità. Come se anche quella che si presenta con la veste formale di un’innocua favola non possa farsi interprete del mondo e della cattiveria che lo percorre.

Per tutti questi motivi, oltre che – naturalmente – per la validità intrinseca delle vicende narrate, si ritiene che il complesso delle opere di Filippo Petroselli meriti uno studio approfondito, un’analisi capace di studiare contenuti, forme e temi, capace altresì di riscoprire un autore che, pur sfiorando il successo, è rimasto un autore di nicchia il quale da un angolo della provincia ‘romana’ ha saputo affrontare questioni fondanti allora, come oggi, rimaste impigliate nelle trame della retorica che tanti danni riesce a fare in campo letterario e non solo.

BIBLIOTECHE DOVE L’OPERA RISULTA DISPONIBILE:

Giudizi critici su “Opera Omnia ” da PRO OMNIA